I dati arrivano dai vari network delle agenzie immobiliari le quali sono tutte d’accordo su un punto: nel 2023 è quasi impossibile riuscire a trovare una casa in affitto con il classico contratto 4+4. I numeri non mentono: nell’ultimo trimestre del 2022 le offerte di abitazioni in affitto hanno subito un crollo del 36%.
Ciò che nel 2023 è molto difficile è trovare un proprietario disposto ad affittare un appartamento con il contratto tradizionale. Questo per una ragione semplicissima: il classico contratto tradizionale 4+4 o quello 3+2 prevedono che venga applicata la cedolare secca la quale non consente di rivedere ogni anno il canone di affitto. In un momento come questo in cui il costo della vita è aumentato moltissimo, non conviene a nessun proprietario fissare un prezzo che poi dovrà mantenere uguale per i prossimi 6/8 anni.
Dunque gran parte dei proprietari degli immobili hanno deciso di puntare sugli affitti brevi o, addirittura, brevissimi. Gli affitti brevi, solitamente, riguardano studenti fuori sede o lavoratori stagionali. Quelli brevissimi riguardano, invece, i turisti che preferiscono alloggiare in una casa privata con la possibilità di avere a disposizione una cucina e non avere vincoli di orari piuttosto che in un albergo o in un bed&breakfast.
Ad un proprietario conviene molto puntare sugli affitti brevi: in recente studio di mercato ha evidenziato che in soli 110 giorni di affitto breve, un proprietario riesce ad incassare la stessa somma che inciderebbe con un anno di affitto tradizionale.
Se ne è parlato al Forum Locazione – Tra mercato e società, organizzato nei giorni scorsi a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Abitare Co.. Soprattutto nelle grandi città, i canoni medi di locazione sono in continua crescita e difficili da sostenere per un giovane che si è appena affacciato al mondo del lavoro.
Insomma, siamo di fronte a un’emergenza vera che per Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, si sarebbe potuta limitare, utilizzando le risorse destinate al Superbonus.
Fondi che, a quanto reso noto dall’Enea, ammontano a 71,6 miliardi di euro e che, secondo il presidente di Scenari, avrebbero potuto essere impiegati per dare una casa in affitto a oltre mezzo milione di giovani italiani.
Ipotizzando un investimento di circa 140mila euro per realizzare una stanza o un monolocale in una grande città, sia di prodotto nuovo che di recupero di immobili dismessi, si sarebbero immessi nel circuito della locazione tra 400/500mila alloggi, coniugando sviluppo sostenibile, riqualificazione energetica del patrimonio esistente e risposta alla domanda dei giovani – ha affermato Breglia.
Ovviamente era necessario coinvolgere grandi proprietari, sviluppatori e investitori. Con adeguati incentivi fiscali, come per il superbonus, si sarebbe attivato un investimento sociale sul futuro del Paese e dei giovani.