Un’analisi recente condotta dalla Banca d’Italia, basata su dati della Banca Centrale Europea (BCE), rivela che il 5% delle famiglie più ricche in Italia possiede circa il 46% della ricchezza netta complessiva del Paese. Questo dato evidenzia una marcata concentrazione della ricchezza nelle mani di una piccola percentuale di famiglie.
La distribuzione della ricchezza netta ha subito variazioni significative nel periodo tra il 2010 e il 2022. Sebbene la quota di ricchezza detenuta dalle famiglie più abbienti sia rimasta pressoché stabile, si è notata una lieve crescita nel 2021 seguita da una riduzione nel 2022, in gran parte influenzata dalle fluttuazioni dei prezzi delle attività finanziarie possedute dalle famiglie appartenenti al decile più ricco.
In confronto con gli altri paesi dell’eurozona, l’Italia si distingue per un notevole calo della ricchezza netta mediana successivo alla crisi dei debiti sovrani, senza un completo recupero nel periodo successivo, contrariamente agli altri paesi considerati.
L’indice di Gini indica che la Germania è il paese con il più alto livello di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza netta, mentre l’Italia si posiziona a un livello inferiore rispetto all’area dell’euro, simile alla Francia e superiore alla Spagna.
La composizione del portafoglio delle famiglie in base alla classe di ricchezza ha subito significative modifiche nel periodo considerato. Nonostante una generale diminuzione dei prezzi degli immobili, il peso delle abitazioni nella ricchezza complessiva è sceso dal 55,8% al 50,2%. Tuttavia, per le famiglie meno abbienti, la quota di ricchezza rappresentata dalle abitazioni è aumentata di quattro punti percentuali.
In particolare, il decimo più ricco ha visto una marcata diminuzione del peso dei titoli di debito, con un calo di oltre sette punti percentuali, mentre si è registrato un significativo aumento del peso di azioni, assicurazioni ramo vita e quote di fondi comuni. L’aumento del peso dei depositi è stato evidente in tutte le classi di ricchezza, con maggiore impatto nella classe centrale.
Infine, secondo le statistiche della BCE elaborate dalla Banca d’Italia, le abitazioni rappresentano circa il 50% della ricchezza degli italiani, con variazioni significative in base alla classe di ricchezza. Mentre raggiungono il 75% per le famiglie meno abbienti, scendono al 70% per la classe media e si attestano poco oltre un terzo per le famiglie più ricche. I depositi, invece, costituiscono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria per le famiglie più povere. L’analisi a lungo termine indica un cambiamento nella distribuzione della proprietà abitativa, con una diminuzione dalla classe centrale al decimo più ricco nel corso degli ultimi dodici anni.