Nella conferenza stampa di presentazione della legge di bilancio 2024, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva inizialmente chiarito che non ci sarebbero state modifiche alla cessione del credito del superbonus. Tuttavia, è emersa una novità all’interno della nuova manovra 2024, riguardante la tassazione delle abitazioni soggette a lavori finanziati dal superbonus, vendute prima del quinquennio successivo alla loro ristrutturazione. Vediamo ora quali sono gli ultimi aggiornamenti e le implicazioni di questa modifica.
Superbonus e plusvalenza: una nuova imposta da considerare
Secondo le ultime disposizioni presenti nella bozza della legge di bilancio 2024, che dovrebbero entrare in vigore l’anno prossimo, a condizione che siano confermate dal Parlamento, è stato stabilito che i costi relativi agli interventi agevolati dal superbonus 110 non saranno considerati parte della plusvalenza per gli immobili comprati, ristrutturati e venduti entro un periodo di cinque anni dalla conclusione dei lavori.
Ciò significa che, quando si vende un’abitazione che è stata oggetto di una ristrutturazione incentivata dal superbonus 110 prima del termine dei cinque anni, solo la differenza tra il prezzo di vendita e il costo originale dell’immobile (senza considerare i costi dei lavori sovvenzionati dal bonus) sarà soggetta a tassazione al 26%. Questa tassazione è stata introdotta per evitare speculazioni e sfruttamenti indebiti del superbonus, in cui i proprietari ristrutturavano le loro case a costo zero grazie ai finanziamenti statali e le rivendevano a un prezzo maggiorato.
Tassazione della plusvalenza dalla cessione del credito
È importante sottolineare che la tassazione al 26% della plusvalenza si applica solo quando si sceglie di sfruttare il superbonus attraverso la cessione del credito o lo sconto in fattura. Non si applica se si opta per la detrazione delle spese sostenute nella dichiarazione dei redditi.
In aggiunta, la legge di bilancio 2024 prevede alcune eccezioni. La tassazione al 26% non si applica agli immobili acquisiti per successione e non riguarda le abitazioni che sono state utilizzate come residenza principale del venditore o dei suoi familiari per la maggior parte dei cinque anni precedenti alla vendita.
Queste nuove norme riguardanti il superbonus e la plusvalenza mirano a garantire che i beneficiari del bonus non sfruttino ingiustamente il sistema, mantenendo un giusto equilibrio tra gli incentivi fiscali e il mercato immobiliare.