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Rent to buy, cohousing e diritto di proprietà temporaneo: i modelli abitativi del futuro

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Nella società attuale, con posti di lavoro sempre più flessibili, è necessario ripensare anche il concetto tradizionale di proprietà immobiliare, introducendo nuovi modelli (o adattando quelli vecchi) come il cohousing, il rent to buy o il diritto di proprietà temporaneo.

Il rent to buy: come funziona

L’istituto del rent to buy, introdotto in italia nel 2014, ha avuto ben poco successo. Nato con l’idea di fondo di contribuire a sbloccare il mercato immobiliare che era caratterizzato da una consistente quantità di immobili invenduti a fronte di una domanda che spesso si scontrava con la carenza di liquidità e gli effetti della stretta creditizia, l’istituto non è mai decollato a causa di una tassazione eccessivamente gravosa e di una previsione normativa che pone a favore del conduttore il diritto di acquistare l’immobile, escludendo che lo stesso (conduttore) possa anche obbligarsi all’acquisto. 

Il co-housing: come funziona

Il co-housing è un moderno stile abitativo in coabitazione, un insediamento abitativo formato da alloggi privati con grandi spazi comuni da usare e condividere tra cohousers (cucina, lavanderia, spazio gioco, spazio per ospiti, ecc.). Nella maggior parte dei casi si tratta di un gruppo di persone che investono su un immobile, da costruire o ristrutturare, costituito da una proprietà privata divisa.

In Italia l’aspetto giuridico è normalmente regolato dall’atto di compravendita (rogito) e gli spazi in condivisione regolamentati, sono assimilati agli spazi condominiali e quindi assoggettati a norme e modelli urbanistici esistenti. Un primo tentativo di istituzionalizzare il co-housing risale alla legge n. 112/2016 cd. “Dopo di noi”, dove espressamente si parlava di favorire il co-housing così come ogni altro progetto innovativo che favorisca l’autonomia dei disabili privi di assistenza.

La proprietà temporanea: come funziona

Nella proprietà temporanea il diritto di proprietà viene trasferito solo per un periodo di tempo predeterminato convenuto d’accordo tra le parti. Chi ammette la proprietà temporanea, ritiene che non sussista una questione di temporaneità del diritto di proprietà, bensì solo del godimento, vale a dire dell’esercizio dei poteri connessi alla titolarità del diritto in questione. 

Il riconoscimento dell’istituto della proprietà temporanea potrebbe essere una risposta concreta per chi deve necessariamente spostarsi in un’altra parte del Paese (per motivi di studio o di lavoro) ben sapendo che resterà lì solo per un tempo definito, per le giovani coppie che decidono di convivere sapendo che nel giro di qualche anno si sposeranno.

Può essere inoltre un vantaggio anche per il proprietario di casa che non ha interesse a disporre di un determinato immobile per un periodo prestabilito capitalizzandone sin da subito il valore. Naturalmente il riconoscimento dell’istituto non può essere slegato da eventuali agevolazioni fiscali (imposte di trasferimento ridotte) vincolate al periodo di durata del trasferimento della proprietà.

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