Quando si parla di locazioni, una delle domande su cui aleggiano più dubbi è: “Si può pagare l’affitto in contanti?”. La risposta è affermativa. Chi decide di optare per questa tipologia di pagamento, però, deve essere al corrente sia delle modalità di funzionamento sia delle norme che regolano il pagamento dell’affitto in contanti nel 2023. Solo in questo modo, infatti, è possibile agire nel rispetto delle regole ed evitare sanzioni penali.
Attualmente, la legge che regolamenta il pagamento del canone d’affitto in contanti è il Decreto Milleproroghe, convertito successivamente nella Legge n. 15 del 25 febbraio 2022. Tale norma autorizza il pagamento dell’affitto con mezzi non tracciabili entro una determinata soglia, oltre la quale diventa obbligatorio pagare l’affitto con bonifico, assegno, carta di credito ecc.
Dal 1 gennaio 2023, il limite per il pagamento affitto in contanti 2023 è sceso ancora a 999,99 euro.
Se si decide di effettuare il pagamento dell’affitto in contanti nel 2023, la ricevuta di locazione deve essere obbligatoriamente rilasciata dal locatore su richiesta dell’inquilino. Tale obbligo, specificato dall’articolo 1199 del Codice Civile, fa sì che l’inquilino abbia diritto a non pagare l’affitto o, in alternativa, a dimostrare tramite prove e testimoni l’avvenuto pagamento del canone, qualora il proprietario si rifiutasse di emettere la ricevuta.
È chiaro, quindi, che se il pagamento affitto è in contanti, quindi viene eseguito con un metodo non tracciabile, sta all’inquilino avere l’accortezza di richiedere la ricevuta che accerti la regolarità del versamento. Questo vuol dire che il pagamento affitto in contanti senza ricevuta espone il conduttore a rischi e ripercussioni nel caso di controversie o problemi con il locatore.