In Italia, affittare un’abitazione è sempre più oneroso, mentre l’acquisto sembra diventare un’opzione meno impegnativa. Secondo un’analisi condotta da Idealista, la quota di reddito familiare destinata all’affitto è aumentata dal 26% al 30% nell’ultimo anno, mentre l’incidenza economica per l’acquisto di un immobile è scesa al 18% delle entrate nette.
La situazione è particolarmente critica in 17 province italiane, dove il canone di locazione ha raggiunto livelli pari o superiori al 30% del reddito familiare, soglia considerata il limite massimo di sostenibilità dagli esperti del settore.
Il mercato immobiliare tra stagnazione e nuove opportunità
“I mercati delle compravendite e degli affitti sono strettamente connessi e hanno subito una fase di stagnazione a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e del rincaro dei canoni di locazione”, spiega Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di Idealista. “Molti inquilini hanno preferito restare in affitto in attesa di condizioni più favorevoli per l’acquisto, riducendo così il turnover degli immobili disponibili sul mercato”.
Tuttavia, la recente riduzione dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) ha dato nuovo impulso alle compravendite, riducendo l’impegno economico necessario per acquistare casa. Secondo gli analisti, questo cambiamento, unito all’aumento dell’offerta di immobili in affitto grazie a chi ha deciso di acquistare, potrebbe rallentare la crescita dei canoni, migliorando le condizioni per gli affittuari, soprattutto nelle grandi città.
Affitti alle stelle: le città più colpite
Tra le città con il peso maggiore degli affitti sul reddito familiare, spiccano Firenze (48%) e Napoli (47%), seguite da Roma e Venezia (41%), Milano (40%) e Como (36%). Anche Bologna (31%), Vicenza (32%) e Verona (30%) superano la media nazionale.
Al contrario, le città più accessibili per chi vive in affitto sono Terni e Vibo Valentia (13%), seguite da Reggio Calabria, Enna e Biella, dove la percentuale di reddito destinata al canone resta sotto il 10%.
Prezzi in aumento, ma non ovunque
Nel secondo trimestre del 2024, più della metà dei capoluoghi ha registrato rincari nei canoni di locazione. I rialzi maggiori si sono verificati a Napoli (+9%), Como (+8%), Roma e Lucca (+6%), seguite da Firenze (+5%) e Torino (+4%). Milano si distingue come una delle poche città in controtendenza, con un calo del 3%, mentre le riduzioni più marcate si sono registrate a Pesaro (-5%), Massa (-9%) e Bolzano (-11%).
Acquisto più conveniente dell’affitto
Per chi valuta l’acquisto, la situazione è generalmente più favorevole rispetto all’affitto. Solo in alcune città – Bolzano, Trento, Rimini e Pesaro – l’acquisto richiede uno sforzo economico superiore alla soglia del 30%. A Venezia, l’acquisto di un’abitazione incide sul reddito familiare per il 37%, seguita da Bolzano (35%) e Milano (33%).
Rispetto all’anno scorso, in quasi tutti i capoluoghi il peso dell’acquisto è diminuito, con le riduzioni più evidenti a Milano e Bolzano (-7 punti percentuali) e Venezia (-6 punti). Roma e Napoli hanno registrato un calo più contenuto, rispettivamente di 3 e 2 punti percentuali.
Con una congiuntura in evoluzione, il mercato immobiliare italiano sta mostrando segnali di assestamento, lasciando intravedere opportunità sia per chi vuole acquistare che per chi cerca un affitto più sostenibile.